SULLE REALI CONDIZIONI FISICHE DI ALFREDO COSPITO E SULLA SUA LOTTA

Vogliamo con questo scritto parlare delle reali condizioni fisiche di Alfredo, dato che in questi giorni i pennivendoli di regime stanno scrivendo tutto e il contrario di tutto, senza per altro mai riuscire a dire qualcosa di vero.

Dopo che è stata silenziata la dottoressa di fiducia che lo ha seguito durante la permanenza al carcere di Bancali, dopo il trasferimento a Milano, il nuovo medico di parte ha potuto visitarlo soltanto due settimane dopo il suo arrivo al carcere di Opera. Per di più, nonostante il drastico peggioramento delle condizioni di Alfredo (è stato trasferito sabato 11 all’ospedale San Paolo) potrà vederlo nuovamente solo sabato prossimo. Mentre giornali e tv millantano merende con yogurt e biscotti la drammatica verità è un’altra: riportiamo perciò quanto sta girando su canali non istituzionali o mass-mediatici.

Aggiornamento sulle condizioni di salute di Alfredo Cospito al 119° giorno di sciopero della fame ad oltranza (15 febbraio 2023)

In queste ultime settimane è in corso una campagna mass-mediatica di calunnia e denigrazione nei confronti del compagno anarchico Alfredo Cospito. Svariate testate giornalistiche hanno dato parecchio risalto al fatto che il compagno negli ultimi giorni avesse ricominciato ad assumere degli integratori e che avesse mangiato degli yogurt. La notizia di oggi è che il corpo di Alfredo, ormai dopo troppi giorni di sciopero della fame, ha rigettato sia questi due yogurt che gli integratori: ciò che sta al momento assumendo è unicamente zucchero, sale e potassio. Si tratta di una notizia drammatica sia per quanto riguarda la possibilità del compagno di poter arrivare vivo al 24 febbraio (giorno in cui si terrà alla cassazione l’udienza per il ricorso contro l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato la detenzione in 41 bis), che per quanto concerne la capacità di riprendere ad alimentarsi a seguito di una eventuale revoca del provvedimento di 41 bis.

La lotta di Alfredo in questi mesi ha svegliato chi, per anni, non si è accorto di quello che avveniva nelle segrete di stato del 41 bis. Anche solo per questo non possiamo che ringraziarlo della sua indomita passione per la libertà. Alfredo è un compagno anarchico rivoluzionario, che ha deciso, dal 20 ottobre 2022, di intraprendere uno sciopero della fame ad oltranza per la declassificazione dal 41 bis dopo aver vissuto sulla propria pelle l’orrore di questo regime. Ha intrapreso questa lotta innanzi tutto per sé stesso (scrive infatti “la vita non ha senso in questa tomba per vivi”); tuttavia, da anarchico, ha voluto anche portare la sua lotta personale sul piano politico, scoperchiando il vaso di Pandora di questa forma di tortura legale italiana a nome di tutti i detenuti nella sua stessa condizione.

Lo stato ha ampiamente sfruttato il controllo dei mezzi di comunicazione per tenere sotto controllo la situazione. Secretando la dichiarazione del 20 ottobre con cui Alfredo indiceva l’inizio dello sciopero della fame, ha impedito di sapere le motivazioni della lotta fino al 5 dicembre, giorno in cui Alfredo è riuscito a leggere un documento durante un processo in videoconferenza. Una volta che la lotta è uscita pubblicamente dalle quattro mura del carcere, lo stato ha tentato in ogni modo di delegittimarla, spingendosi fino all’infamante insinuazione di collusioni con la mafia. Innanzitutto non possiamo non ricordare che chi si accorda con la mafia, e la storia lo insegna, è lo Stato. In quanto anarchici il concetto stesso di mafia non può che farci rabbrividire. L’idea anarchica rifugge il concetto stesso di potere, denaro, gerarchia, anzi combatte tutto questo apertamente e senza mezze misure.

Da decenni ci si batte contro il 41 bis perché uno strumento di tortura non può essere accettato, a prescindere da chi vi sia rinchiuso. Deve essere rifiutato e combattuto sia in quanto tale che in quanto, come altri strumenti del dominio, da emergenziale tende sempre a stabilizzarsi e divenire la nuova normalità. Nato infatti in risposta alle stragi mafiose (o di stato?) del 1992, questo regime si sia allargato negli anni a diversi tipi di prigionieri.

La lotta di Alfredo è la nostra lotta, saremo sempre al suo fianco, sperando che gli enormi granelli di sabbia da lui messi negli ingranaggi del sistema carcerario diventino un giorno vera e propria frana, portando alla rovina questo sistema di dominio una volta per tutte.

FUORI ALFREDO DAL 41 BIS. FUORI TUTTI E TUTTE DAL 41 BIS

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