E non c’era più l’invasor — quello in camicia bruna, con le sue truppe e i suoi carri armati, con le sue bombe e la sua brutalità, con la sua sete di guerra mondiale. In compenso ho trovato un “ospite” alleato a stelle e strisce — con truppe e carri armati, testate nucleari e brutalità, pure lui con una gran sete di guerra mondiale. Il primo mi urlava ordini, mi prendeva a calci, mi torturava, mi massacrava. Il secondo, no. Lui mi ignora, talvolta mi saluta perfino mentre parte per altri paesi dove va a urlare ordini, a prendere a calci, a torturare, a massacrare. Certo, può capitare che si sbagli e che il suo “fuoco amico” stermini anche chi gli sta accanto. Ma, se nessuno protesta, è pronto addirittura a dimenticare.

Non ho trovato nemmeno l’alleato del vecchio invasore, quello locale in camicia nera. Non ho trovato il suo manganello, né il suo olio di ricino. Non ho trovato l’OVRA, con le sue spie e i suoi pedinamenti. In compenso ho trovato l’alleato locale dei nuovi “ospiti” a stelle e strisce, quello in giacca e cravatta. Usa il manganello e il ricatto. Ha la DIGOS e il ROS, con le loro microspie e le videocamere.
Non ho trovato neanche la caccia agli stranieri, agli ebrei, capri espiatori da mettere all’indice e rinchiudere in campi di concentramento. In compenso ho trovato la caccia ad altri stranieri, i clandestini, capri espiatori messi all’indice e rinchiusi nei centri di permanenza temporanea. I primi erano perseguitati perché non infettassero la razza, i secondi lo sono perché non infestino la nazione.

Non ho trovato neppure la dittatura fascista, quella col partito unico che imponeva il proprio volere costringendo i dissidenti all’esilio o al carcere. Non ho trovato la sua radio da cui diffondeva il suo credere, obbedire, combattere. In compenso ho trovato la dittatura democratica, con pochi partiti e un solo programma di massima che costringono chi non è d’accordo al silenzio o al carcere. Usa la televisione per instillare il suo credere, obbedire, lavorare.

La prima voleva eliminare la conflittualità fra le classi sociali, subordinandole all’esigenze dello Stato. La seconda… pure.

Non ho trovato infine un paese per lo più povero, dalle dispense vuote ma dal paesaggio rigoglioso, dalla vita rude ma dai rapporti intensi. In compenso ho trovato un paese per lo più ricco, dai frigoriferi pieni ma dal paesaggio inquinato, dalla vita facile ma dai rapporti insipidi. E purtroppo ho trovato ancora, e ancora, le industrie, le banche, le chiese, le scuole, le caserme, i tribunali, le carceri…
Questa mattina, 25 aprile, mi son svegliato e mi hanno spiegato che dobbiamo festeggiare l’avvenuta Liberazione. MA NON HO CAPITO QUALE.